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Chat-GPT provoca licenziamenti di massa?

Diciamoci la verità. Quando scriviamo un articolo oppure un libro, non è mai farina del nostro sacco.

Mi spiego meglio. Quando iniziamo a scrivere un articolo, ad esempio, il contenuto non è altro che il riassunto di articoli e libri letti, film e trasmissioni televisive viste ed esperienze fatte.

Ed è quello che fa un software basato sull’intelligenza artificiale come Chat-GPT.

La differenza, quindi, qual è? La differenza è che l’intelligenza artificiale ha “letto” molto più di noi, ha a disposizione molti più dati rispetto a noi, i suoi articoli sono, quindi, più completi rispetto ai nostri.

Dell’elenco che ho fatto prima all’Intelligenza artificiale manca “l’esperienza”, ma, presto non sarà più così.

Attendo l’integrazione dell’intelligenza artificiale, ad esempio, in un PMS (Property Management System). Grazie ai dati raccolti da migliaia di hotel avremmo a disposizione statistiche e proiezioni di una precisione eccezionale.

Anche in questo caso, ahimè, avremo da risolvere la questione del trattamento dei dati personali, ma nulla che un buon contratto non possa risolvere.

Quindi, la crociata contro l’intelligenza artificiale non è altro che l’ennesimo tentativo di voler tarpare le ali a chi è più efficiente di noi. Pratica che noi “esseri umani” abbiamo da sempre rivolto contro i nostri simili e che, dall’avvento dell’era industriale, rivolgiamo anche alle macchine.

Ma, le macchine non hanno emozioni, non si possono fermare con le cattive azioni. Anche nel fare il male l’uomo deve evolversi, altrimenti il bene vincerà.

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