Blog

Cos’è Horizon, il Metaverso di Meta?

Il metaverso è l’evoluzione di Internet grazie alla quale non vivremo più “passivamente” l’esperienza in rete, ma ne faremo parte.

Lavorare, giocare, fare shopping, non saranno più attività “individuali“, ma di gruppo.

Un meeting online sarà un’esperienza nuova. Non ci limiteremo a guardare una griglia dinanzi a noi con un riquadro riservato ad ogni partecipante, ma saremo immersi in un’ambiente virtuale che ci darà la sensazione di essere presenti in una stanza insieme a tutti gli altri partecipanti. Sarà come essere “vicini“.

Attualmente in molti sono spaventati da ciò che significherà l’introduzione del metaverso nella nostra società. Paventano un mondo alienato dove ognuno di noi sarà seduto sul proprio divano ed interagirà con gli altri esclusivamente tramite un visore per la realtà virtuale.

A chiarire cosa comporterà il metaverso nella vita di tutti i giorni in maniera più realistica è stato, invece, Vishal Shaw, vice presidente della divisione metaverso di Meta.

“The metaverse is not about spending more time online, it’s about making the time you do spend online better, more immersive and richer”

Il metaverso non vuole farci stare più tempo online, semplicemente renderà il tempo che già spendiamo online migliore, più immersivo, più ricco.

Alcuni partono dal presupposto che oggi godiamo di una certa libertà che la tecnologia vuole sottrarci senza considerare che il presente non è altro che il futuro distopico immaginato da altri, decenni fa. Allo stesso modo anche alcuni di noi nutrono una certa avversione verso ciò che non riescono a comprendere.

Ma torniamo al metaverso ed ai principi che ne sono alla base. il metaverso viene indicato anche come “emboided internet“, cioè “esserci dentro” e non semplicemente “guardarlo“. Come dicevo prima, quindi, alla base del metaverso c’è la possibilità di vivere internet in maniera immersiva.

Co-presence

Uno dei fattori principali del metaverso è la co-presenza (co-presence), cioè la possibilità di essere presenti nello stesso ambiente virtuale nello stesso momento. E’ ciò che accadrà, ad esempio, per i meeting online in Horizon Workrooms: una sala riunioni virtuale dove sarà possibile interagire come se ci si trovasse nella stessa stanza.

Horizon Workrooms combinerà i benefici della video conferenza con il potere della co-presenza al fine di rendere l’esperienza, per l’appunto, immersiva.

Alison Campion, direttore del Metaverse strategy and poerations in Meta, con una battuta ha affermato:

“Il più grande svantaggio di lavorare nel metaverso? Devi procurarti le tue ciambelle”

Questo per dire che sta nascendo una tecnologia studiata per soddisfare le nostre esigenze. Una tecnologia che, come è sempre avvenuto, tende a ridurre il carico di lavoro di noi umani e ridurre lo stress da lavoro.

Fare un meeting nel metaverso vuol dire anche azzerare il tempo di percorrenza tra la nostra abitazione ed il luogo del meeting. Vuol dire ridurre le emissioni di anidride carbonica. Vuol dire avere più tempo per sè stessi, per i propri cari, per i propri interessi.

Questa riflessione ci porta ad una nuova considerazione. Il metaverso non è più, quindi, una prigione che vuole farci trascorrere online quanto più tempo è possibile, ma una risorsa in grado di farci vivere di più.

Immaginate di voler condividere con dei vostri parenti lontani un video di vostro figlio che non vedono da anni. Sarà possibile farlo in un modo nuovo. Insieme, in co-presenza, nello stesso ambiente virtuale potrete guardare il filmato come al cinema, in modalità immersiva.

Inutile dire che uno degli ambiti dove maggiormente troverà applicazione fin da subito è il gaming e, infatti, molti giovanissimi, ma anche bambini, hanno già avuto esperienze simili al futuro metaverso grazie ad applicazioni come Roblox, Decentraland, The Sandbox, ma anche e soprattutto Fortnite e Minecraft.

Continuity

Altro fattore fondamentale alla base del metaverso è la continuità (continuity), cioè la possibilità di poter accedere a tutte le applicazioni da uno stesso ambiente senza la necessità, come avviene oggi, di dover “interrompere” la navigazione aprendo e chiudendo app e siti web in continuazione. Ci troveremo nel metaverso e da lì potremo accedere a tutte le applicazioni di cui necessitiamo.

Interoperability

Il terzo concetto alla base del metaverso è l’interoperabilità (interoperability), cioè la possibilità di portare con noi oggetti da un metaverso all’altro.

Avatar, vestiti, oggetti d’arte e quant’altro saranno acquistabili nel metaverso. Grazie all’interoperabilità sarà possibile possedere quegli oggetti e non perderli passando da una piattaforma all’altra. Ciò che verrà acquistato, ad esempio, su Horizon, sarà in nostro possesso anche su Decentraland. Come nella vita reale, una volta acquistata, ad esempio, una maglietta, questa resterà nostra sia a Sorrento che a Firenze che in qualsiasi altra parte del mondo.

Il concetto essenziale dell’interoperabilità è la persistenza (persistance) o esistenza continuativa (continued existence), cioè la capacità degli oggetti presenti nel metaverso di continuare ad esistere anche quando noi non siamo collegati oppure non ci saremo più. Da quest’ultima affermazione è chiaro come il metaverso influenzerà anche gli aspetti legali delle nostre esistenze. Non è difficile immaginare un futuro nel quale all’interno del testamento verranno riportati anche beni virtuali (NFT – Non Fungible Token).

Blockchain, decentralizzazione e tutela ambientale

Nello sviluppo di Horizon particolare importanza è rivestita dall’aspetto economico. Tutte le transazioni saranno registrate grazie alla blockchain che ne garantirà l’integrità. Sarà possibile collegare il proprio wallet Coinbase, ad esempio, ed effettuare gli acquisti con criptovalute oppure collegare il proprio account PayPal.

Sarà possibile visitare un negozio e decidere di comprare, ad esempio, un paio di scarpe. Potremo decidere se acquistarle per noi stessi, fisicamente, oppure per il nostro avatar.

Da un punto di vista ambientale abbiamo visto come il metaverso potrà permetterci di ridurre le emissioni di anidride carbonica grazie alla riduzione degli spostamenti sia con mezzi propri (auto) che pubblici (treni, aerei). Ciò, però, non deve far credere che le emissioni si azzerino, infatti, è ormai noto che la potenza di calcolo dei server produce anidride carbonica. Quindi, una nuova sfida che dovrà affrontare la tecnologia è quella di aumentare la potenza di calcolo diminuendo le emissioni. Oggi questo non è ancora possibile, ma l’informatica quantistica e lo sviluppo di nuove tecnologie nella produzione di processori, lasciano ben sperare che in un futuro non troppo lontano si potranno ottenere risultati notevoli in tal senso.

Parlando di metaverso, uno dei temi caldi che tiene banco presso gli enti internazionali, primo tra tutti la Commissione Europea, è la decentralizzazione, cioè la necessità che il metaverso non sia in mano di un solo soggetto, ad esempio Meta.

A tal fine si ritiene necessario che il metaverso sia decentralizzato, cioè non localizzato esclusivamente su server di proprietà di un singolo o pochi soggetti.

La decentralizzazione è il concetto alla base, ad esempio, di Bitcoin. Non esiste un ente che emette Bitcoin, ma ogni singolo utente può “minare”, cioè emettere, Bitcoin. Ciò è reso possibile grazie alla blockchain che ne certifica l’integrità.

Centralized / Decentralized / Distributed

Una rete “centralizzata” prevede un solo server al quale tutti i client fanno riferimento. Se i dati vengono cancellati dal server, questi non esisteranno più. Inoltre, ogni singola richiesta deve passare, inevitabilmente, tramite quel server con conseguenti risvolti da un punto di vista della privacy.

Attualmente il tipo di rete più diffuso è quella “distribuita“, cioè la presenza di più server, posizionati in aree geografiche diverse, ai quali i client accedono. Tale tecnologia, da un punto di vista della privacy, non risolve totalmente il problema posto dalla rete centralizzata, ma ha, come risvolto positivo, il fatto che se uno dei server si “corrompe“, cioè subisce un guasto, i dati non verranno persi in quanto sono replicati in ogni singolo server della rete.

La rete decentralizzata, invece, prevede che non esista un server, ma che siano i client a fungere sia da server che da client, un po’ come avviene nelle reti peer-to-peer, quelle, per intenderci, che negli anni duemila erano alla base di servizi quali il mitico Napster che permetteva di scaricare, in maniera non del tutto legale, musica, video, giochi e software in generale.

Mi rendo conto di essermi dilungato, ma l’argomento è complesso e, come puoi vedere, include diverse tecnologie che dovranno divenire un tutt’uno.

Molti, per esempio, confondono il metaverso con la realtà virtuale (VR – Virtual Reality) oppure con la realtà aumentata (AR – Augmented Reality), invece queste due tecnologie non sono altro che delle componenti del metaverso che è, come abbiamo iniziato ad intuire, ben più complesso.

In conclusione vi lascio un piccolo video del mio primo avatar sviluppato grazie a Ready Player Me che vi invito a visitare per iniziare a sperimentare.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *